Il sole si sta infiammando, emettendo due colossali eruzioni solari negli ultimi giorni che potrebbero innescare tempeste geomagnetiche qui sulla Terra. Le potenti eruzioni, classificate come X1.7 e X1.2, hanno avuto origine da una regione particolarmente attiva sulla superficie del sole nota come AR4274. Questi “razzi X” sono il tipo più intenso di brillamenti solari, capaci di interrompere le comunicazioni radio e persino di mettere fuori uso le reti elettriche se colpiscono direttamente la Terra.
Il primo bagliore X, particolarmente forte che ha raggiunto un’intensità di X1,7, è esploso il 9 novembre intorno alle 2:30 EST. Questa esplosione ha inviato onde d’urto attraverso lo spettro elettromagnetico, provocando un blackout radio di livello R3 – il terzo livello più alto di interruzione – e lanciando un’espulsione di massa coronale (CME) che sfreccia verso la Terra. Questo ECM dovrebbe arrivare tra l’11 e il 12 novembre.
In aggiunta all’eccitazione, un secondo bagliore X è esploso dalla stessa regione delle macchie solari poche ore dopo, il 10 novembre, intorno alle 4:20 EST, scatenando un’altra CME nello spazio. Questa esplosione ha misurato un’intensità X1,2.
Questa raffica di attività solare ha spinto la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) a emettere avvisi su potenziali tempeste geomagnetiche. Per il 10 novembre è in vigore un monitoraggio delle tempeste G1 (minore), con un aggiornamento a un monitoraggio delle tempeste G2 (moderato) dall’11 al 12 novembre. Questi livelli di attività geomagnetica possono influenzare i satelliti, interrompere le reti elettriche e innescare aurore affascinanti che potrebbero essere visibili più a sud del solito negli Stati Uniti settentrionali, estendendosi da New York fino all’Idaho, così come in parti del nord Europa.
L’inseguimento dell’ECM:
I meteorologi spaziali stanno monitorando da vicino entrambe le CME per la loro velocità e traiettoria utilizzando le immagini dei veicoli spaziali SOHO e STEREO della NASA. Mentre la prima CME è in rotta diretta verso la Terra e dovrebbe arrivare come previsto, l’impatto della seconda CME rimane incerto.
I primi calcoli suggeriscono che questa nuova CME potrebbe colpire la Terra intorno al 12 novembre, amplificando potenzialmente gli effetti della tempesta. Tuttavia, queste previsioni vengono costantemente perfezionate man mano che diventano disponibili più dati.
L’intensa attività del sole serve a ricordare la sua potente influenza sul nostro pianeta nonostante la sua immensa distanza. Questi potenti brillamenti e CME evidenziano l’interconnessione del nostro mondo con i corpi celesti che ci circondano, sottolineando la necessità di un monitoraggio e una comprensione continui dei fenomeni meteorologici spaziali.






















































