Un nuovo rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) rivela una dura realtà: il mondo è sulla buona strada per superare la soglia critica di riscaldamento di 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali entro i prossimi dieci anni. Questa pietra miliare, stabilita nell’Accordo di Parigi, è considerata un limite vitale per evitare gli impatti più catastrofici dei cambiamenti climatici.
L’urgente necessità di ridurre le emissioni
Per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C (2,7°F), il rapporto afferma che le emissioni annuali di gas serra devono essere ridotte del 55% rispetto ai livelli del 2019 entro il 2035. Tuttavia, sulla base degli impegni e delle azioni nazionali attuali, ci sono poche possibilità di raggiungere questo obiettivo. Il rapporto sottolinea che l’entità dei tagli richiesti, combinata con il tempo limitato a disposizione e un panorama politico impegnativo, rende altamente probabile che la soglia di 1,5°C venga raggiunta. essere superato entro il prossimo decennio.
Comprendere il significato di 1,5°C
L’Accordo di Parigi, firmato dieci anni fa, riconosceva l’importanza di limitare il riscaldamento “ben al di sotto” dei 2°C (3,6°F), preferendo restare al di sotto di 1,5°C. Questo obiettivo non è arbitrario; è radicato in prove scientifiche che dimostrano i crescenti rischi associati al riscaldamento incrementale. Anche aumenti modesti possono portare a eventi legati al clima più frequenti e intensi come incendi, siccità e ondate di caldo. Mentre l’umanità può gestire le conseguenze di un riscaldamento di 1,5°C, il superamento di tale soglia comporta pericoli significativamente maggiori, in particolare per le nazioni economicamente in via di sviluppo e le comunità insulari.
Pericoli dovuti al superamento di 1,5°C
Le differenze tra 1,5°C e 2°C di riscaldamento sono significative. Un aumento di 2°C potrebbe più che raddoppiare la porzione della popolazione mondiale esposta al caldo estremo. Si prevede che l’Artico vivrà estati senza ghiaccio marino ogni decennio a 2°C, rispetto a circa una volta ogni 100 anni a 1,5°C. In uno scenario di 2°C le barriere coralline subirebbero danni considerevolmente maggiori e una quantità significativamente maggiore di permafrost si scioglierebbe, rilasciando potenti gas serra.
Gli impegni attuali non sono all’altezza
Per rimanere al di sotto della soglia dei 2°C, le nazioni devono ridurre le emissioni del 35% rispetto ai livelli del 2019 entro il 2035. Sfortunatamente, gli attuali impegni mettono il mondo sulla buona strada per un riscaldamento compreso tra 2,3°C e 2,5°C, superando significativamente tale obiettivo. Se le emissioni continueranno incontrollate, è possibile un riscaldamento di 2,8°C (5°F) entro la fine del secolo.
Una prospettiva leggermente migliorata, ma comunque preoccupante
Sebbene il rapporto sul divario delle emissioni del 2025 offra una prospettiva leggermente migliorata rispetto allo scorso anno – prevedendo una potenziale diminuzione di 0,3°C (0,5°F) del riscaldamento – questo miglioramento è in parte dovuto a migliori metodologie di reporting (che rappresentano 0,1°C del cambiamento) e in parte attribuibile al ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi. I recenti impegni di singoli paesi, come la Cina, “hanno appena mosso l’ago della bilancia”, secondo il rapporto, sottolineando che “le nazioni sono ancora lontane dal raggiungimento dell’obiettivo dell’Accordo di Parigi”.
Prossimo vertice sul clima e nuove proposte
Il rapporto dell’UNEP viene pubblicato prima del vertice sul clima COP30 delle Nazioni Unite in Brasile, dove il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva (Lula) spera di creare un risultato “serio” ed efficacemente implementato. Il Brasile proporrà l’istituzione di un nuovo consiglio ambientale globale incaricato di monitorare i progressi dei singoli paesi rispetto ai loro impegni climatici. Come ha affermato Lula: “Altrimenti non succederà nulla”.
I risultati di questo rapporto rafforzano l’urgente necessità di un’azione accelerata per mitigare il cambiamento climatico ed evitare le conseguenze più gravi del riscaldamento globale. Il prossimo decennio sarà fondamentale per determinare se il mondo sarà ancora in grado di raggiungere i propri obiettivi climatici.






















































