Il governo del Regno Unito ha annunciato cambiamenti radicali agli standard di benessere degli animali in Inghilterra, incluso il divieto di gabbie per galline e gabbie per il parto di maiali. Queste riforme, descritte dal ministro dell’Ambiente Emma Reynolds come “la strategia per il benessere degli animali più ambiziosa di una generazione”, mirano a migliorare le condizioni degli animali d’allevamento e ad affrontare pratiche controverse come l’allevamento di cuccioli e la caccia sui sentieri.
Modifiche chiave alle pratiche agricole
La prossima legislazione metterà fuori legge l’uso sia delle gabbie convenzionali in batteria che delle “gabbie per colonie” più grandi per le galline, ponendo di fatto fine alla produzione di uova in gabbia. Attualmente, circa l’80% delle galline nel Regno Unito sono già allevate all’aperto, ma questa nuova legge colmerà il divario rimanente. Allo stesso modo, saranno proibite anche le gabbie per il parto dei suini, dispositivi utilizzati per limitare le scrofe durante il parto per impedire loro di schiacciare accidentalmente i loro suinetti. Gruppi per il benessere degli animali come Compassion in World Farming UK hanno salutato la mossa come un “alzamento del livello” per il benessere degli animali d’allevamento.
Tuttavia, la National Farmers’ Union (NFU) ha espresso preoccupazione per la concorrenza sleale. Il presidente Tom Bradshaw avverte che senza standard di importazione equivalenti, gli agricoltori britannici avranno difficoltà a competere con beni più economici provenienti da paesi con norme di welfare più basse. La NFU sostiene che non affrontare questo problema semplicemente sposterebbe le pratiche disumane all’estero, invece di eliminarle.
Pratiche controverse sotto esame
Oltre all’allevamento in gabbia, il governo sta valutando la possibilità di vietare quelli che gli attivisti chiamano “Frankenchickens”, razze di polli da carne a crescita rapida selezionate per un rapido aumento di peso, che spesso portano a problemi di salute. La strategia prende di mira anche l’allevamento di cuccioli, dove i cani vengono allevati in cattive condizioni a scopo di lucro, producendo più cucciolate all’anno. Sebbene esista già una licenza per gli allevatori che vendono tre o più cucciolate all’anno, le nuove regole mirano a eliminare le scappatoie e fornire una supervisione più rigorosa.
Restrizioni sulla caccia e sulla cattura
Le riforme si estendono alle campagne, con la proposta di divieto delle trappole e della caccia tramite pista. La caccia su pista, spesso usata come sostituto legale della tradizionale caccia alla volpe, implica la traccia di una scia olfattiva che i segugi possono seguire, ma i critici sostengono che può comunque portare all’inseguimento di animali vivi. Nonostante la precedente legislazione che vietava la caccia alla volpe nel 2004, permane la preoccupazione che la caccia su pista venga talvolta utilizzata come copertura per attività illegali. La Countryside Alliance si oppone con veemenza a queste misure, definendole una “questione inutile e controversa” che ignora i bisogni delle comunità rurali.
Il quadro più ampio
Queste riforme riflettono la crescente domanda pubblica di standard più elevati in materia di benessere degli animali. Il Regno Unito è da tempo leader in questo settore, ma l’efficacia dei cambiamenti dipende da un’applicazione coerente e da pratiche commerciali eque. Senza standard uguali per le merci importate, l’impatto sarà limitato. Il dibattito su queste politiche sottolinea la tensione tra realtà economiche e preoccupazioni etiche nell’agricoltura moderna e nella gestione del territorio.
Il governo prevede di consultarsi sulla proposta di divieto di caccia su pista nel 2026, segnalando un impegno a lungo termine verso queste iniziative per il benessere degli animali.
